Monte Ricco non è fatto solo di pietre e sentieri. È anche fatto di storie. Di quelle raccontate vicino al camino, tramandate tra generazioni, raccolte e trasformate in memoria viva.
Il folklore
Leggende
Il Monte Ricco è un luogo dove la realtà si intreccia con il mistero. Tante le storie che nascono tra le sue rocce e i suoi anfratti.
C’è il Buso de le Fade, una grotta nascosta dove si dice vivessero fate misteriose, silenziose filatrici della notte. Poco lontano, la Tana del Cuco evoca figure strane, personaggi buffi che popolavano i giochi e gli scherzi dei bambini.
Ancora più inquietante è il Calto dei Òrgani, dove la fantasia popolare collocava ometti e spiriti minori, presenze inafferrabili che amavano confondere i passanti; e poi c’è la Giassara, una cavità naturale temuta da tutti, avvolta da silenzi profondi e superstizioni tramandate sottovoce.
Luoghi reali, nomi evocativi, e storie che resistono, come le pietre che le custodiscono.
Le Tradizioni
Le Tradizioni
Sul Monte Ricco le tradizioni non si sono mai spente: vivono nelle feste stagionali, nei racconti delle famiglie, nei sapori semplici che tornano ogni anno.
La Notte di San Giovanni, le veglie d’inverno, le processioni delle Crosare: sono momenti in cui comunità e spiritualità si incontrano.
Ogni stagione ha i suoi riti: i falò dell’Epifania che illuminano il buio, la vendemmia che unisce famiglie e amici, il raccolto delle castagne o delle erbe che porta in tavola storie di campagna. E poi ci sono i sapori: le tajadèle fatte a mano, i fichi essiccati al sole, il vino dolce.
Ogni stagione ha i suoi riti: i falò dell’Epifania che illuminano il buio, la vendemmia che unisce famiglie e amici, il raccolto delle castagne o delle erbe che porta in tavola storie di campagna. E poi ci sono i sapori: le tajadèle fatte a mano, i fichi essiccati al sole, il vino dolce.
I volti di Monte Ricco
Dietro ai racconti del Monte Ricco ci sono anche persone in carne e ossa, che con le loro parole, i loro studi e la loro immaginazione hanno saputo dare voce al colle.
Vittorio Cini (1855-1977)
Imprenditore e mecenate, promosse la valorizzazione architettonica e spirituale del colle tra gli anni ’20 e il 1947, anno in cui donò l’eremo ai Frati Minori Conventuali.
Ugo Foscolo (1778‑1827)
Il paesaggio euganeo, compreso il Monte Ricco, ispirò la sua sensibilità romantica e figurò tra le location evocative ne Le ultime lettere di Jacopo Ortis.
Ezzelino III da Romano (1194–1259)
Signore ghibellino potente e controverso, divenne vicario imperiale per Federico II e prese il controllo di Monselice nel 1237–1239. Ordinò il rafforzamento difensivo della città e del colle sovrastante: la sua presenza segna una fase cruciale in cui il Monte Ricco venne fortificato con finalità militari.
Vittorio Cini
Ugo Foscolo
Ezzelino III da Romano
Monte Ricco, dove natura e cultura si incontrano
Il Monte Ricco non è solo natura, ma anche un luogo ricco di storia, arte e spiritualità. Dalle testimonianze medievali ai racconti della villa di Vittorio Cini, il colle custodisce architetture, tradizioni e memorie che intrecciano fede e cultura.
Tra scalinate, terrazze e panorami suggestivi, ogni angolo racconta un frammento di bellezza e tradizione. Un percorso che invita a rallentare, ad ascoltare e a scoprire come il paesaggio diventa patrimonio culturale vivo e condiviso.