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La ghiacciaia

L'ingresso della Ghiacciai, pertinenza di Villa Cini, e rifugio di giorno delle streghe.
Monte Ricco Monselice - L'ape regina circondata dalle api operaie

La ghiacciaia del Monte Ricco racconta la vita della Villa Cini tra storia, architettura e suggestive leggende popolari.

Immersa tra le ombre del Monte Ricco, la ghiacciaia racconta una storia che unisce vita quotidiana, architettura e leggende popolari. Un tempo essenziale per conservare il ghiaccio durante i mesi estivi, questa costruzione evoca l’atmosfera della Villa Cini e della famiglia che la abitò.

La ghiacciaia del Monte Ricco

La ghiacciaia del Monte Ricco è una costruzione suggestiva, legata alla storia di Villa Cini e alla vita quotidiana dei suoi abitanti. Si tratta di un manufatto utilizzato per conservare il ghiaccio raccolto durante i mesi invernali, destinato poi all’uso domestico e alimentare nelle stagioni più calde.

La sua funzione era fondamentale in un’epoca in cui la refrigerazione artificiale non esisteva ancora, e queste strutture costituivano una presenza comune presso ville e centri urbani: a Monselice lo ricorda ad esempio la toponomastica di via Ghiacciaia, e un altro esempio ben conservato è visibile nel Parco Buzzaccarini.

Le origini e il “Buso dé’a Giassàra”

La ghiacciaia del Monte Ricco sorge in un luogo già conosciuto in passato con il nome popolare di “Buso dé’a Giassàra”. Le leggende montericcane raccontavano che chiunque vi fosse caduto dentro non ne sarebbe più uscito e che fosse meglio starne lontani, poiché di giorno vi trovavano rifugio le streghe dopo i loro notturni vagabondaggi. Queste narrazioni popolari, tramandate di generazione in generazione, contribuirono a rendere la cavità un punto avvolto di mistero e timore.

Giorgio e Vittorio Cini

Prima ancora dell’ampliamento della ristrutturazione della celebre villa sul Monte Ricco, voluta dal conte Vittorio Cini attorno al 1920, il luogo era già legato alla famiglia. Suo padre, Giorgio Cini, aveva infatti edificato una prima abitazione sulla cima del colle, inglobando pertinenze come la ghiacciaia. La struttura, così come appare oggi, sembra essere stata una riorganizzazione funzionale di quel primo nucleo residenziale.

In seguito, Vittorio Cini trasformò l’area con l’edificazione della più ampia e raffinata residenza estiva per sé e per la moglie, l’attrice Lyda Borelli.

Architettura e funzione

Il modello di costruzione della ghiacciaia ricalca i criteri già descritti nel XVI secolo da Vincenzo Scamozzi, celebre architetto che a Monselice progettò Villa Duodo e le Sette Chiesette. Secondo i suoi trattati, il luogo ideale per una ghiacciaia doveva essere esposto a nord (tramontana), ben riparato e ombreggiato, così da mantenere il ghiaccio il più a lungo possibile.

Anche la ghiacciaia del Monte Ricco segue queste indicazioni, testimoniando come la tradizione architettonica e funzionale fosse rispettata nella pratica.

Tra storia e leggenda

Oggi la ghiacciaia del Monte Ricco rappresenta una rara testimonianza di vita quotidiana, un tassello che racconta non solo la storia della famiglia Cini e della Villa, ma anche le abitudini e le credenze popolari delle comunità locali. Passeggiando nei pressi di questa struttura, il visitatore può percepire un intreccio di funzionalità pratica, architettura storica e memoria orale che restituiscono il fascino di un tempo sospeso.

Scorci e luoghi da non perdere

Camminare sul Monte Ricco è come sfogliare un libro a cielo aperto. Ogni passo racconta qualcosa di diverso: natura, storia, panorami. Dal centro di Monselice fino alla cima del colle, il percorso offre tappe interessanti e paesaggi suggestivi.

Scopri cosa vedere lungo il percorso!

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