Ittiturismo e pescaturismo: due forme autentiche di turismo esperienziale in Italia
L’ittiturismo e il pescaturismo sono due forme di turismo esperienziale che permettono di vivere il mare e la pesca in modo autentico, diretto e coinvolgente.
Il turismo esperienziale, infatti, si concentra sull’esperienza personale del viaggiatore, che diventa protagonista e parte attiva delle tradizioni locali. In questo contesto, l’ittiturismo e il pescaturismo rappresentano esperienze uniche per chi desidera scoprire l’essenza più vera dei territori marini e costieri italiani.
Pesca con la bilancia - Shutterstock di underworldy
Differenza tra ittiturismo e pescaturismo
Le due attività, pur essendo complementari, presentano differenze sostanziali. La normativa nazionale, integrata da disposizioni regionali, stabilisce requisiti e modalità di svolgimento. Come riportato dalla Gazzetta Ufficiale:
- pescaturismo: si intende l’imbarco di turisti, diversi dall’equipaggio, su imbarcazioni da pesca professionale idonee a svolgere attività turistico-ricreative, con la possibilità di somministrare a bordo alimenti e bevande;
- ittiturismo: riguarda invece attività di ospitalità, ristorazione e servizi ricreativi o culturali svolti da imprenditori ittici utilizzando abitazioni, casoni o edifici a disposizione.
In sintesi, il pescaturismo si svolge in mare, mentre l’ittiturismo è legato alla terraferma. In entrambi i casi, al viaggiatore viene offerta l’opportunità di conoscere la cultura marinara, sperimentare tecniche di pesca e degustare piatti tipici locali.
Tonnara di Carloforte - Shutterstock di Stefy Morelli
Turismo esperienziale in Italia: le coste come risorsa
Il turismo esperienziale in Italia trova in queste due forme una delle espressioni più autentiche. Diverse regioni hanno sviluppato una ricca offerta di attività, permettendo ai visitatori di vivere esperienze legate alla pesca, alla gastronomia e al patrimonio culturale.
Adriatico: San Benedetto del Tronto e Termoli
San Benedetto del Tronto, nelle Marche, è un centro nevralgico della tradizione marinara italiana e vanta un porto peschereccio tra i più importanti del Paese. Qui i turisti possono imbarcarsi su pescherecci attrezzati per il pescaturismo, partecipare a battute di pesca con canna o retina e gustare direttamente a bordo il pesce appena catturato.
A Termoli, in Molise, il pescaturismo ha assunto un ruolo di primo piano grazie al progetto europeo “Tourismed Plus”, avviato nel 2021. L’iniziativa promuove un modello sostenibile di business, valorizzando al tempo stesso ambiente marino e tradizioni locali.
Sardegna: un laboratorio di biodiversità
La Sardegna, con la sua straordinaria biodiversità marina, è una delle regioni pioniere nel campo del turismo esperienziale legato al mare. Ad Alghero si può provare la pesca con le nasse, per catturare saraghi, calamari e spigole. A Villasimius, invece, vengono utilizzate reti da circuizione o lenze per la pesca di tonni, ricciole e lampughe.
Carloforte, sull’isola di San Pietro, è rinomata per la storica tonnara: qui il turista può vivere da vicino le tradizioni della pesca del tonno e assaggiare piatti tipici preparati con questo pesce simbolo della cucina isolana.
Trabucco - Adobe Stock di giadophoto
Veneto: tra mare e laghi
Il Veneto è una delle regioni che più ha investito sull’ittiturismo e sul pescaturismo, offrendo esperienze sia lungo la costa adriatica che nell’entroterra lacustre.
Chioggia e la pesca con la bilancia
Chioggia, a pochi chilometri da Venezia, rappresenta una vera capitale del turismo esperienziale legato alla pesca. Qui è diffusa la pesca con la bilancia, una grande rete quadrata calata in acqua e sollevata a intervalli regolari per catturare orate, spigole, sarde e calamari.
Su queste specie si basano alcuni dei piatti tipici della laguna veneta: sarde in saor, bigoli in salsa e seppie in umido. Tra le ricette più caratteristiche spicca il broeto (brodetto), zuppa di pesce preparata con esemplari avanzati o rovinati dalle reti, insaporita con aceto e cipolla.
Molte di queste pietanze possono essere degustate nei casoni lagunari, antiche costruzioni su palafitte un tempo usate come rifugi dai pescatori, oggi trasformate in ristoranti dall’atmosfera autentica.
Lago di Garda: esperienze tra acqua dolce e vino
Anche la sponda veronese del lago di Garda offre attività legate all’ittiturismo e al pescaturismo. Qui i visitatori possono partecipare a escursioni in barca, degustazioni di prodotti tipici, visite a cantine e persino a corsi di cucina. È un turismo che unisce natura, cultura ed enogastronomia in un’esperienza completa e personalizzata.
Dei turisti al largo durante un'esperienza di pescaturismo - Shutterstock di Raissa Martins Nogueira
Impatto economico e sostenibilità
L’ittiturismo e il pescaturismo non hanno solo una valenza culturale, ma rappresentano anche un’importante risorsa economica per le comunità costiere e lagunari. Consentono ai pescatori di integrare il reddito, ridurre lo sforzo di pesca e valorizzare il territorio in chiave sostenibile. Inoltre, contribuiscono a sensibilizzare i viaggiatori sull’importanza della tutela dell’ambiente marino e sulla necessità di un consumo responsabile del pesce.
L’ittiturismo e il pescaturismo sono esempi concreti di come il turismo esperienziale possa unire tradizioni, natura e gastronomia. Dal mare Adriatico alla Sardegna, dalla laguna veneta al lago di Garda, queste attività offrono al viaggiatore un contatto diretto con la cultura marinara italiana, trasformando ogni soggiorno in un ricordo autentico e indimenticabile.
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