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Terrazza d’Ercole

La statua dell'Ercole che domina il terrazzo e il belvedere ai piedi della grande scalinata.
Monte Ricco Monselice - L'ape regina circondata dalle api operaie

Scopri la Terrazza di Ercole sul Monte Ricco a Monselice: storia dei Cini, mito dell’eroe, restauro comunitario e panorama unico sui Colli Euganei.

La Terrazza di Ercole è uno dei luoghi più affascinanti e ricchi di storia del Monte Ricco a Monselice, nel cuore dei Colli Euganei. Questo belvedere panoramico, impreziosito dalla statua mitologica dell’eroe che sorregge il mondo, unisce natura, leggenda e memoria storica.

Tra vicende legate alla famiglia Cini, suggestioni mitologiche e il forte legame con la comunità locale, la terrazza rappresenta un punto d’incontro unico tra paesaggio, cultura e spiritualità.

La Terrazza di Ercole tra panorama mozzafiato e storia dei Cini

La Terrazza di Ercole, incastonata sulla sommità del Monte Ricco (Monselice, PD), è uno dei punti panoramici più scenografici dei Colli Euganei. Caratterizzata dalla statua dell’eroe mitologico che sorregge il mondo, la terrazza offre una vista impareggiabile sulla pianura e colline circostanti, collocandosi sulla mappa dei luoghi più suggestivi della zona.

Attorno al 1920, il conte Vittorio Cini fece edificare sulla cima del monte una raffinata residenza estiva per sé, per la moglie, l’attrice del teatro e del cinema muto Lyda Borelli, e per i loro quattro figli. Questo piccolo Eden era arricchito da giardini curati, fontane e piante esotiche, in un’atmosfera di isolamento privilegiato rispetto al mondo esterno. La villa sorse sui resti dell’antico eremo medievale e della piccola chiesa, oggi conosciuti come Eremo di Santa Domenica.

Durante i lavori di abbellimento dei giardini che circondavano la nuova residenza, venne realizzata la terrazza, posta ai piedi della monumentale scalinata che partiva da Villa Cini sulla sommità del Monte Ricco. Una fotografia del 1920 testimonia già la presenza della statua raffigurante Ercole: all’epoca la balconata era arricchita da un colonnato, al centro del quale si ergeva la figura del semidio che sorreggeva il mondo e impugnava con la mano destra una clava. Oggi il braccio destro, e con esso la clava, è purtroppo andato perduto.

La Terrazza d’Ercole: tra leggende, mitologia e realtà

Il fatto che la statua regga il mondo ha spesso fatto pensare ad Atlante, il gigante condannato a sostenere i cieli; ma la clava, simbolo inconfondibile di Ercole, rivela che si tratta proprio dell’eroe. La scena si ispira infatti alle sue dodici fatiche, e in particolare all’impresa in cui dovette impossessarsi dei pomi d’oro custoditi nel giardino delle Esperidi, figlie di Atlante, sorvegliato dal drago Ladone dalle cento teste.

Giunto al confine del mondo, Ercole incontrò Atlante. Avvertito dal dio marino Nereo che raccogliere personalmente i frutti sarebbe stato pericoloso, l’eroe propose al titano un accordo: avrebbe sorretto lui la volta celeste mentre Atlante si sarebbe recato a cogliere i pomi, approfittando del fatto che fosse il padre delle Esperidi. Dopo aver abbattuto il drago con una freccia, Ercole prese sulle proprie spalle il peso immenso, e Atlante tornò poco dopo con tre pomi d’oro. Il gigante, però, non volle più riprendersi il fardello, proponendosi di consegnare lui stesso i frutti a Euristeo.

Astuto, Ercole finse di accettare, ma chiese che Atlante reggesse il cielo solo per un momento, così da potersi sistemare meglio un cuscino sulle spalle, fingendo di non essere forte quanto lui. L’inganno riuscì: il titano riprese il peso e l’eroe fuggì portando con sé i pomi d’oro. È curioso notare come, senza la clava oggi perduta, si possa facilmente credere che la statua raffiguri Atlante, il titano figlio di Giapeto condannato da Zeus a reggere la Volta del Cielo; in realtà, invece, essa rappresenta proprio Ercole, come dimostrano una vecchia fotografia, i ricordi tramandati e soprattutto quel nome destinato a rimanere in eterno: Terrazza d’Ercole.

Il restauro della statua e l’impegno della comunità

La statua di Ercole subì un grave danno nel 1996, quando un fulmine la colpì distruggendola quasi completamente. Quell’episodio rischiò di cancellare per sempre uno dei simboli più riconoscibili del Monte Ricco, ma la comunità locale si mobilitò con grande determinazione. Grazie all’impegno dei frati minori conventuali stabilitisi all’eremo dal 1947, dei contradaioli del Carmine e di un apposito comitato cittadino, fu avviata un’opera di restauro che riportò la scultura alla sua forma quasi originaria.

Questo intervento, realizzato con il contributo di privati e istituzioni, divenne un esempio concreto di tutela condivisa del patrimonio artistico e culturale, sottolineando quanto la Terrazza di Ercole sia sentita come bene comune e punto identitario per gli abitanti di Monselice e dei Colli Euganei.

Il trekking alla terrazza: percorso, accessibilità e natura

Il sito è accessibile solo a piedi o in bicicletta tramite il Sentiero n. 6 Monte Ricco – Monte Castello, parte del Parco Regionale dei Colli Euganei. Il percorso inizia nei pressi della stazione di Monselice, prosegue su strada asfaltata fino alla “Casa Rossa”, continua lungo una pista forestale sassosa e conduce, dopo poco, alla terrazza panoramica.

Una volta giunti, si apre un ampio belvedere soleggiato, corredato di tavolo e panchine, ideale per soste contemplative, anche al crepuscolo. Da qui si gode di una vista senza ostacoli della pianura padana, dei Colli Euganei e della Rocca di Monselice, fino agli Appennini nelle giornate più limpide.

Scorci e luoghi da non perdere

Camminare sul Monte Ricco è come sfogliare un libro a cielo aperto. Ogni passo racconta qualcosa di diverso: natura, storia, panorami. Dal centro di Monselice fino alla cima del colle, il percorso offre tappe interessanti e paesaggi suggestivi.

Scopri cosa vedere lungo il percorso!

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